A differenza delle modalità di stimolazione elettrica TENS, NMES, interferenziale e simili, la terapia con microcorrenti impiega la stimolazione a livello subsensoriale (per definizione, inferiore a 1 mA) come mezzo per stimolare la riparazione nei tessuti danneggiati.
 
						
					Le microcorrenti sono state a lungo utilizzate come mezzo per facilitare la riparazione delle lesioni ossee e delle ferite della pelle (revisione di Poltawski & Watson[1]), ma sono state usufruite più recentemente in una gamma di condizioni dei tessuti molli con buoni risultati. La corrente viene erogata tramite elettrodi monouso per la pelle; questa operazione viene normalmente eseguita dal proprietario come intervento domiciliare.
Il principio su cui si basa il trattamento è stato ampiamente documentato in letteratura, ed è così sintetizzabile in questo modo: tutti i tessuti, non solo i nervi e i muscoli, presentano potenziali bioelettrici di piccole dimensioni, internamente generati, essenziali per la normale fisiologia e la risposta alle lesioni. A seguito di una lesione, questi potenziali bioelettrici locali cambiano sia in polarità che in intensità.
È evidenziato che questo aggiustamento locale nell’attività bioelettrica è responsabile, almeno in parte, di guidare la sequenza di riparazione. Dopo la lesione, in alcuni tessuti, queste correnti sembrano essere insufficienti per indurre o mantenere la sequenza di riparazione.
Lo scopo fondamentale della terapia con microcorrenti è quello di stimolare (o supportare) questi potenziali endogeni usando una corrente applicata esternamente – in qualche modo, imitando la corrente interna mancante. L’evidenza di fondo, è supportata da numerosa letteratura e i presupposti fisiologici sono stati esaminati in numerosi articoli, tra cui Watson[2] and Kloth[3].
Queste correnti sono ampiamente utilizzate nella terapia veterinaria, più comunemente per i tessuti che sono lenti a guarire o che hanno raggiunto un plateau nella loro risposta di guarigione. Inoltre sono stati usati con buoni risultati nelle lesioni acute, compresi i casi post-chirurgici, come mezzi per sostenere la riparazione dei tessuti fin dall’inizio.
Anche se sono raccomandati come mezzi per fornire sollievo dal dolore, la loro inclusione nell’elettrostimolazione è sulla base della loro capacità di stimolare / facilitare la riparazione del tessuto danneggiato. Le principali indicazioni per la terapia basata sulle microcorrenti nella pratica animale sono mostrate in Tabella
| INDICAZIONI | OSSERVAZIONI | 
| Guarigione delle ferite | Ferite sia acute che croniche (lente e / o non responsive) | 
| Lesione muscolo-scheletrica | Riparazione facilitata di lesioni muscolari, dei legamenti e dei tendini | 
| Lesioni ossee | Riparazione stimolata, specialmente nelle fratture | 
| Recupero postoperatorio | Riduzione edema post operatorio | 
 
						
					 
						
					Bibliografia:
[1] Poltawski, L.,Watson, T. 2009, Bioelectricity and microcurrent therapy for tissue healing – a narrative review. Phys. Ther. Rev. 14(2): 104– 114.
[2] Watson, T. 2008b, Electrical properties of tissues. In: Watson, T. (ed.), Electrotherapy: Evidence Based Practice. Churchill Livingstone/ Elsevier, Edinburgh, pp. 37–52.
[3] Kloth, L.C. 2005, Electrical stimulation for wound healing: a review of evidence from in vitro studies, animal experiments, and clinical trials. Int. J. Low. Extrem.Wounds 4(1): 23–44

